Omogeneizzati

GLI OMOGENEIZZATI: UN ALIMENTO ANCORA SICURO?

Veri e propri cibi a misura di bambino, gli omogeneizzati sono fondamentali per soddisfare in maniera completa le esigenze nutrizionali del neonato, dallo svezzamento in poi.

Le moderne conoscenze nutrizionali confermano che dopo i primi mesi d’alimentazione il solo latte non è più sufficiente a coprire le aumentate esigenze del neonato, senza contare che è proprio durante lo svezzamento che il lattante imparerà a riconoscere i gusti che lo accompagneranno per tutta la vita, quindi, è importante farlo familiarizzare con consistenze e sapori nuovi.
Il cruccio di tutte le mamme, specie quando si passa dal proprio latte a un’alimentazione diversa, è il timore di non fornire al piccino tutti i nutrienti di cui ha bisogno e soprattutto, visto il rifiuto che molti bambini hanno nei confronti del cibo, che non sia in quantità sufficiente. Ricorrere agli omogeneizzati consente spesso di ovviare al problema, perché essi contengono tutti gli elementi necessari per una crescita sana, sopperendo così a eventuali carenze legate a una dieta sbilanciata.
Per capire però quali siano le esigenze di un bambino e come soddisfarle al meglio, analizziamo nel dettaglio le caratteristiche delle primissime fasi della vita: la prima e la seconda infanzia.

L’alimentazione durante lo svezzamento

Lo svezzamento, ossia l’introduzione di cibi solidi nella dieta del lattante avviene in maniera graduale, dal quarto-sesto mese. E’ una pratica indispensabile, perché oltre all’aspetto nutrizionale, consente di acquisire una corretta masticazione e di aiutare lo sviluppo del linguaggio. Solitamente i primi alimenti solidi introdotti nella dieta del neonato sono i cereali, seguiti da passati di verdure, purea di frutta e carne omogeneizzata. Gli alimenti che più frequentemente danno problemi di allergie, quali l’albume d’uovo e il pesce, sono invece somministrati dopo il primo anno di vita. Durante questo periodo, il neonato è costantemente sotto il controllo del pediatra, ed è quindi estremamente improbabile che si manifestino delle carenze alimentari (che, nel caso, sono prontamente affrontate).
Nel periodo successivo, in pratica da uno a tre anni, la crescita rallenta rispetto al primo anno di vita (e di conseguenza diminuisce anche il fabbisogno calorico), anche se alla fine del terzo anno il bambino avrà raggiunto circa la metà della sua statura definitiva. In questa fase il bambino incomincia ad assumere una propria personalità, che manifesta con il rifiutare il cibo in generale, o alcuni alimenti in particolare. Per far sì che il momento del pasto non diventi un dramma, si consiglia di offrire al bimbo un’alimentazione quanto più possibile varia e colorata e organizzare il pasto in maniera che sia vissuto come un momento di relax, in modo da gettare anche le basi per un equilibrato rapporto col cibo.

Cosa sono gli omogeneizzati
Gli omogeneizzati sono prodotti che ben si prestano a essere utilizzati in questo periodo delicato, perché sono nutrizionalmente bilanciati e in grado di fornire le giuste dosi di tutti gli elementi. Essi sono preparati partendo da materie prime accuratamente selezionate, con frutta e verdura ogm free, prive di pesticidi e diserbanti, con carni sicure esenti da ormoni. La cottura delle carni avviene tramite l’ausilio di un getto di vapore surriscaldato, dopo di che si passa all’omogeneizzazione, ovverosia la riduzione in pezzetti di ridottissime dimensioni (dell’ordine dei millesimi di millimetro) dell’alimento in questione, che si ottiene mediante il suo passaggio ad alta pressione attraverso filtri finissimi. Questa fase è fondamentale soprattutto per le carni, poiché consente di ottenere un impasto finissimo rispetto all’omogeneizzazione casalinga, rendendola così più digeribile. Anche se in questo periodo l'apparato gastrointestinale del bambino è più maturo e può accettare anche cibi solidi, è indispensabile che tali alimenti siano proposti nella forma più digeribile possibile. Non è quindi importante il tipo di carne ma il fatto che sia magra e omogeneizzata: le carni magre hanno un tessuto connettivo più fine che viene meglio frantumato con l'omogeneizzazione. Questo procedimento è davvero importante poiché dalla frantumazione delle fibre dipende il grado di digestione e assimilazione: più la frantumazione è spinta (come nella tecnica dell’omogeneizzazione), più l'apparato digestivo riuscirà a fruire appieno delle sostanze nutritive. I succhi gastrici, infatti, riescono ad attaccarla molto più agevolmente, lavorando così più in fretta, poiché la superficie esposta al loro attacco è notevolmente superiore. A queste operazioni seguono poi la disperazione (che aumenta anch’essa la digeribilità dell’alimento) il confezionamento e la sterilizzazione. Quest’ultima operazione è importantissima, poiché garantisce la sicurezza igienica del prodotto e consente di non impiegare alcun tipo di conservante.

Preparati industriali o casalinghe?
Rispetto ai prodotti casalinghi, gli omogeneizzati industriali presentano diversi vantaggi. In primo luogo, la qualità delle materie prime. Quelle utilizzate per i prodotti per l’infanzia devono rispettare dei criteri di legge più severi di quelli disposti per i cibi destinati agli adulti. L’elevata meccanizzazione della produzione industriale, inoltre, fa sì che la contaminazione microbica sia più bassa rispetto alle preparazioni casalinghe, perché i cibi vengono toccati molto meno dalle mani. A garantirne l’igiene, inoltre, contribuiscono senza dubbio la sterilizzazione (che ne consente anche la conservazione per lunghi periodi a temperatura ambiente) e il sottovuoto, non previsti invece nelle preparazioni casalinghe che hanno, quindi, una conservabilità notevolmente ridotta. I prodotti industriali, inoltre, come già detto risultano più digeribili, perché le particelle sono più fini.

Attenzione agli spinaci

I neonati sono particolarmente sensibili ai nitrati e ai nitriti, composti utilizzati come additivi ma anche naturalmente presenti nei vegetali a foglia verde. Essi possono rivelarsi particolarmente nocivi per i bambini, provocando il cosiddetto “morbo azzurro”, una sindrome da scarsa ossigenazione del sangue. In generale, questi composti sarebbero da limitare comunque nella dieta di tutti, poiché possono generare nell’intestino le nitrosammine, dei composti cancerogeni che vengono poi assorbite. Talora anche l’acqua può contenere quantità significative di nitrati, ed è bene quindi prestare molta attenzione nella scelta di quella da somministrare ai neonati, prediligendo quelle con contenuti non superiori ai 10 mg/L

Il problema degli ormoni

Di recente, sugli omogeneizzati, è stato lanciato un vero e proprio grido d’allarme, in particolare per quanto riguarda i prodotti a base di carne. Alcuni casi di telarca (sviluppo precoce della ghiandola mammaria nelle bambine) e di ginecomastia (stessa cosa ma nei maschietti) ha indotto a sospettare la presenza di estrogeni negli omogeneizzati a base di carne. Questi ormoni sarebbero somministrati agli animali per promuoverne un più rapido sviluppo dei tessuti muscolari, che avrebbero quindi, una massa maggiore. Attendendo i risultati dell’inchiesta avviata dalla Procura di Torino, medici e nutrizionisti hanno focalizzato l’attenzione non tanto sull’eventuale frode da parte delle aziende produttrici (le leggi in merito sono rigorose e l’attenzione riservata alla qualità delle materie prime è molto elevata), quanto su una dieta troppo monotona. Consumare sempre gli stessi alimenti è pericoloso per un adulto e si rivela alquanto deleterio per un bambino, il cui organismo non è ancora perfettamente sviluppato. Il rischio è di accumulare nel corpo una quantità elevata di sostanze dannose eventualmente presenti in carne e vegetali e assunte costantemente. Variando la dieta, invece, se ne introdurrebbero di meno, dando così all’organismo il tempo di smaltirle. Secondo i medici, inoltre, sarebbe remota l’ipotesi secondo la quale il telarca sia legato agli alimenti.
Comunque, la soluzione ideale è quella di variare quanto più possibile l’alimentazione del bambino, somministrandogli sia cibi freschi che omogeneizzati, in modo che il rischio di incontrare sostanze dannose si riduca ai minimi termini.

Il "problema ogm"
Il D.P.R. 128 del 1999 sancisce regole severe per gli alimenti destinati alla prima infanzia. In esso si specifica chiaramente che è vietata la loro produzione con materie prime che contengano ogm. Il provvedimento, che ha recepito alcune normative europee, riguarda principalmente gli alimenti a base di cereali, pastine, biscotti e altri prodotti per i bambini fino a tre anni. La normativa fissa inoltre rigidi limiti per i residui di prodotti chimici, considerandoli non solo singolarmente, ma anche nel loro complesso. Questa indicazione è particolarmente importante, perché in passato i limiti stabiliti consentivano la presenza di più residui in un solo alimento, fissandoli però singolarmente, così che la quantità totale potesse essere elevata.

Considerazioni finali
In conclusione, dopo aver attentamente vagliato i diversi aspetti legati all’alimentazione tramite la somministrazione di omogeneizzati industriali, si può dedurre che questi siano alimenti certamente sicuri dal punto di vista igienico e adatti a fornire, meglio delle preparazioni fatte in casa, le giuste quantità di nutrienti. Equilibrati nella loro composizione, precotti e sottoposti a severi controlli igienici e qualitativi imposti da una legge molto severa, sono facilmente digeribili e consentono alla mamma di preparare la pappa in pochi minuti. Da integrare con alimenti freschi, gli omogeneizzati sono quindi un alimento perfettamente sicuro e adatto per il bambino dopo lo svezzamento. Per prevenire qualsiasi tipo di problema legato alla presenza (esclusa dalla legge) di eventuali residui di ormoni o pesticidi la soluzione migliore è quella di variare quanto più possibile l’alimentazione del bambino, cambiando quindi anche i tipi di omogeneizzati. Va detto, comunque, che la probabilità di incontrare queste sostanze dannose è più elevata nei prodotti freschi, poiché sono sottoposti a normative meno rigide. Nella attesa quindi che medici e ricercatori stabiliscano con chiarezza le reali cause dei problemi di telarca e ginecomastia riscontrati in alcuni bambini, continuiamo a utilizzare in tutta tranquillità questo tipo di alimenti, avendo solo l’accortezza di non somministrare sempre gli stessi cibi.

Importante a sapersi

L’alimentazione durante il primo anno di vita del neonato, deve apportare circa 100-110 Kcal al giorno per ogni Kg di peso. Fabbisogno che diminuisce a 70-80 dopo i tre-quattro anni.
Nello specifico, durante i primi sei mesi di vita, le calorie introdotte con il cibo per mantenere in efficienza il corpo vengono cosi ripartite:
• il 55% è utilizzato per il buon funzionamento di organi e apparati (fabbisogno energetico di base: metabolismo basale);
• il 15% serve per l'attività motoria (attività fisica muscolare) e per il mantenimento della temperatura corporea (termoregolazione);
• il 20% è per l'accrescimento;
• il 10% va perduto e non utilizzato (perdita con gli escreti, feci e urine). 

 

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