Packaging

Parliamo di packaging

In attesa che arrivino sul mercato gli imballaggi che ci dicono cosa conviene consumare prima, nascono esperienze che aprono le porte ad una nuova visione del packaging

Il packaging è una componente fondamentale degli alimenti che acquistiamo perché non solo li protegge da contaminazioni esterne, ma svolge numerose altre funzioni. “Tra il contenuto e il contenitore si crea una simbiosi che dà vita a un nuovo soggetto: “il prodotto imballato” - dice Marco Sachet, direttore dell'Istituto Italiano Imballaggi - che esprime le sue qualità nel processo di distribuzione, nella fase del consumo e infine nel momento di valorizzazione postconsumo. Il packaging deve svolgere al meglio e contemporaneamente 4 principali funzioni nel tempo e nello spazio: contenere il prodotto; proteggere il prodotto da possibili traumi o alterazioni provocate dall'ambiente esterno; conservare o preservare le caratteristiche ottimali del prodotto; presentare adeguatamente il prodotto.
Oltre a queste, fondamentali, si aggiunge oggi una quinta funzione sempre più importante: presentare sé stesso. Ad esempio, è di attualità che sul packaging sia suggerito l'avvio di una efficace raccolta differenziata quando la simbiosi tra packaging e prodotto è giunta a conclusione".


Quali sono le novità nell'ambito del packaging? “Gli sviluppi tecnologici permettono di utilizzare packaging attivi che, interagendo positivamente con l'alimento, ne incrementano ulteriormente la vita. Per contrastare il rischio che l'alimento venga perduto a causa della cattiva conservazione – prosegue Sachet – nel prossimo futuro è prevedibile la diffusione di packaging intelligenti, interattivi che ci comunicheranno quali alimenti è meglio consumare per primi e che aiuteranno a gestire i piccoli magazzini domestici secondo il principio “first in - first out”.

In attesa di questi packaging “intelligenti”, oggi assistiamo comunque ad esperienze concrete molto positive. "Ecolaboration – sottolinea a questo proposito Gino Schiona direttore generale CIAL (Consorzio Imballaggi Alluminio) - rappresenta oggi un modello di cooperazione unico nel suo genere in Italia, grazie al quale Nespresso si impegna a limitare l’impatto ambientale del caffè in capsule in ogni fase del processo. In particolare, attraverso un accordo tra CIAL, NESPRESSO, FEDERAMBIENTE e CIC (Consorzio Italiano Compostatori), poco più di tre anni fa è stato avviato con ottimi risultati un sistema dedicato al recupero delle capsule di caffè favorendo la raccolta, il trattamento e il riciclo di alluminio e caffè.
Già 775 tonnellate di capsule usate sono state conferite dai cittadini e avviate al riciclo; ciò ha comportato un risparmio energetico del 95% rispetto al processo di produzione di quelle capsule da alluminio primario. Responsabilità del produttore, flessibilità ed efficienza del sistema associativo e consortile nazionale per il recupero di materia ed energia, sono gli elementi chiave alla base dell'accordo che, rinnovato pochi mesi fa, individua soluzioni efficaci e innovative per la gestione dedicata di un rifiuto particolare come quello delle capsule e che sarà in grado di generare crescenti e importanti benefici ambientali, sociali ed economici per i prossimi anni.
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“Una delle grosse novità nel mondo del consumo – chiude Massimo Centemero, direttore generale del CIC – è la crescente introduzione sul mercato di manufatti biodegradabili. Il “naturale fine vita” di questi materiali è il cosiddetto riciclo organico, ovvero il riciclo tramite compostaggio. Il Consorzio Italiano Compostatori si è dotato di una certificazione per tutti i manufatti biodegradabili e compostabili secondo lo standard europeo.


 

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